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Consigli nutrizionali

Domanda:
ho smesso di fumare, ma la "tensione"residua
mi porta ad abusare di zuccheri semplici, insomma qualsiasi cosa, purchè
dolce. Domanda: esiste un prodotto (possibilmente naturale) che dia
senso di sazietà, anche per "fame nervosa" come nel mio caso?
Un' ultima domanda: da
circa 16 anni sono HCV+, non ho mai fatto IFN, volendo aiutare un
poco il fegato a risollevarsi con un prodotto naturale (magari uno
che rallenti un poco la fibrosi) e, vista la quantità di
nomi/prodotti fattami dall'erborista, lei potrebbe indirizzarmi?


Dott. Fadda
Il fatto di avere la sensazione di dover consumare alimenti dolci dopo aver
smesso di fumare è dovuto sia ad un fattore psicologico cioè la tendenza a
sostituire una abitudine con un altra, ma anche a fattori organici in quanto
è dimostrato che il fumo ha delle vere e proprie azioni anoressanti, cioè di
diminuzione del senso di fame, gli unici componenti naturali che possono solo
parzialmente inibire questo senso di fame sono i prodotti a base di fibre o
mucillaggini tipo psyllium, guar o similari che se ingeriti con grandi
quantità di liquido rigonfiano nello stomaco dando una sensazione di sazietà.
Per quanto io sia convinto sulla possibilità che prodotti naturali o
componenti vitaminico-minerali possano avere un effetto su alcune patologie
come l'epatite C, se non dal punto di vista della guarigione almeno dal punto
di vista della immunostimolazione, sono anche abbastanza realista da rendermi
conto che non esiste attualmente nella letteratura scientifica alcuna
dimostrazione che determinati componenti non farmacologici abbiano effetti
benefici e duraturi sui pazienti con epatite C, sarei quindi in malafde se le
consigliassi uno specifico prparato. Tutto questo però non vuol dire che
saltuarie supplementazioni con preparati antiossidanti, per esempio, selenio,
vit C, vit A, Vit E, glutatione, melatonina, acidi linoleici coniugati, tè
verde, etc non possano avere un generico effetto benefico sulla persona.
Ribadisco assunzioni saltuarie e non continuative, per non cadere nei rischi
del sovradosaggio
Cordiali saluti


*****

Domanda
dopo aver letto le e-mail relative alla cura dell'epatite C con
l'aloe, mia madre si è decisa ad intraprendere la cura con uno
"sciroppo" così composto: 500 gr aloe (foglie triturate) 250 gr di miele
40 gr di grappa a 40 gradi
Secondo l'associazione Amici dell'aloe per essere efficace ne deve
essere assunto 2 cucchiai mezz'ora prima dei pasti 3 volte al
giorno. Il trattamento va proseguito per almeno 3 mesi. Aldilà di
effetti reali o placebo, la dose di alcol conenuta può essere nociva
per un fegato cirrotico compensato? La cura con Ifn+rebetol non ha
dato nessun risultato.


Dott Fadda
come già risposto recentemente la quantità di alcool che un paziente con
problematiche epatiche deve assumere dovrebbe essere pari a zero, se 40 gr di
grappa (pari all'alcool contenuto in un bicchiere e mezzo di vino) possano
essere epatotossici per quello specifico paziente, a quel livello di
malattia, questo deve essere deciso dall'epatologo che ha in cura la
paziente. Ci si può informare se è possibile utilizzare un estratto di aloe
di altro tipo e non un estratto alcolico.
Indipendentemente dalla reale efficacia dell'aloe, sulla quale non ho nulla
in contrario essendo usata in erboristeria ed in medicina tradizionale da
centinaia di anni, diffiderei un pochino dal facile sensazionalismo di alcune
persone quali gli amici dell'aloe di cui penso sia sufficiente vedere il
sito:
http://aloealoe.supereva.it

Cordiali saluti

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