Radicali liberi
Domanda:
Sono un socio sostenitore del comitato EPAC
Ho sentito in TV che il te verde combatte i formarsi dei radicali
liberi. E' Vero? Penso che per un malato di epatite c cronica la
presenza copiosa di radicali liberi può può peggiorare la risposta
del fisico agli attacchi del virus. E' Esatto? Se si cosa bisogna
evitare in modo assoluto, cosa è consigliabile evitare? Quali
sostanze, alimenti, bevande o altro combattono o ostacolono la
formazione dei radicali liberi?
Risposta:
Il primo a parlare di radicali liberi fu il dottor Hartman, premio Nobel nel
1995; la biologia dei radicali liberi è una branca relativamente nuova, che
si occupa delle interazioni tra materia vivente e i radicali stessi.
I radicali liberi sono molecole o porzioni di molecole che hanno un elettrone
in meno, e quindi estremamente reattive. La ricerca di una maggiore stabilità
spinge il radicale a captare un atomo di idrogeno da altre molecole,
determinando così una reazione a catena che finisce per alterare
irreversibilmente la struttura chimica dei composti cellulari.
I radicali liberi agendo sui grassi delle membrane cellulari e sulle proteine
nucleari determinano grossi danni alle cellule disintegrando le membrane e i
nuclei, ma tutti i componenti della cellula possono venire attaccati.
I radicali liberi si formano incessantemente nelle cellule del nostro
organismo durante la fosforillazione ossidativa e anche i globuli bianchi
creano radicali liberi per aggredire virus e batteri. Radicali liberi si
formano inoltre per effetto di: raggi solari, diete sbilanciate,inquinamento
fumo, alcool, stress esercizio fisico intenso
Tra i radicali liberi piu' pericolosi ci sono i composti dell'ossigeno, il
cui effetto è simile a quello delle radiazioni:
anione superossido
acqua ossigenata
idrossilico
I radicali liberi si accumulano nelle nostre cellule determinando
invecchiamento precoce e malattie; provocano anche accumulo in vari tessuti
di speciali pigmenti detti lipofucsine. I meccanismi di difesa che
l'organismo possiede contro i radicali liberi si chiamano antiossidanti
(enzimi, principi vitaminici e minerali); questi agiscono cedendo loro
idrogeno e bloccano i radicali liberi rendendoli innocui.
Alcuni di questi antiossidanti si trovano in natura come i polifenoli che si
trovano nelle fragole, nelle cipolle, nei cavoli, nei meloni e negli agrumi;
i tocoferoli si trovano negli oli e nelle foglie verdi; gli isopreni nei
peperoni, nella lattuga, nelle albicocche, nei broccoli e negli spinaci.
La frutta nera è la più dotata contro radicali liberi, perché i suoi pigmenti
proteggono i suoi componenti dalla ossidazione e dalla luce.
Il Dipartimento Americano dell'agricoltura ha stabilito una misura del potere
antiossidante dei vegetali, ed ha definito una unità di misura, cui è stato
dato il nome di ORAC (oxigen radical absorbance capacity).
Tra la frutta troviamo al primo posto le prugne nere (5440 unità per 100
grammi), seguono uvetta, mirtilli, fragole, more, lamponi, uva nera,
ciliegie, mentre tra le verdure al primo posto troviamo il cavolo (1770 unità
per 100 grammi) seguite dalle melanzane, spinaci, cavolini, barbabietole,
cipolle, peperoni rossi.
Gli antiossidanti si distinguono in quelli presenti nella zona idrosolubile
delle lipoproteine (la vitamina C, l'acido urico, la bilirubina, i tiolici,
le HDL) e in quelli presenti nella zona lipidica, (la vitamina E, IL COENZIMA
Q, LA LICOPINA, i flavonoidi, IL BETACAROTENE). Altri antiossidanti sono IL
GLUTATIONE, LE CATALASI, LA SUPEROSSIDODISMUTASI.
Gli ambiti cellulari in cui l'ossigeno è molto attivo sono i mitocondri, il
reticolo endoplasmatico, le membrane. Nel corso dei normali processi
metabolici si formano radicali liberi che danneggiano i mitocondri e le
membrane cellulari, queste ultime sono rinnovate ogni 5-6 giorni; nel cancro
e nell'ischemia il danno ossidativo è talmente elevato, che i processi
riparativi diventano insufficienti, le membrane si danneggiano in modo
irreversibile; sodio e calcio penetrando nell'interno, provocano la morte
della cellula ; invecchiando la velocità di riparazione dei mitocondri e
delle membrane diminuisce e ne risulta un progressivo deterioramento delle
loro funzioni.
La glicosilazione delle proteine é ostacolata dalle vitamine C ed E.
Il fumo di sigaretta produce un grande numero di radicali liberi (ogni
sigaretta induce la formazione di 10 miliardi di radicali liberi).
L'esercizio fisico intenso può fare aumentare la produzione di radicali
liberi fino a 50 volte.
Quando i fattori di difesa sono sopraffatti dai radicali liberi, questi
ultimi aggrediscono il DNA, i cromosomi, i mitocondri, le membrane, le
proteine e i grassi.
I grassi polinsaturi e i fosfolipidi sono particolarmente vulnerabili allo
stress ossidativo, che provoca ad esempio conversione della fosfatidilcolina
in lisofosfatidilcolina ( quest'ultima è il principale componente dei
mitocondri del cuore con il 39% ) e ossida la apoproteina B 100 delle LDL,
rendendola irriconoscibile ai recettori.
Le lipoproteine LDL ossidate provocano vasocostrizione, aumento della
adesività dei globuli bianchi, aumento della aggregazione piastrinica: é
questa la fase iniziale dell'arteriosclerosi.
In numerosi studi si è accertato che la mortalità per infarto è inversamente
proporzionale all'assunzione di bioflavonoidi e dopo svariate analisi si è
accertato che i grassi saturi e il fumo sono all'origine dell'infarto mentre
gli antiradicali liberi ne contrastano l'insorgenza.
Esistono degli studi (Bordoni A et al 2001) in cui è stata dimostrata
l'efficacia protettiva di un estratto di tè verde (GTE-green tea extract)
verso il danno ossidativo delle cellule cardiache.
Detto tutto questo biogna anche dire che esistono pù di 1000 lavori
scientifici in letteratura, molti in contrasto fra di loro, che riguardano
in un modo o nell'altro il danno epatico cellulare e lo stress da
ossidazione, sono stati presentate molte ipotesi e testate molte sostanze:
luteina, sylmarina, polifenoli, coenzima Q, tè verde, superossido dismutasi,
etc. A parte i lavori sperimentali in vitro o su animali non esistono a mia
conoscenza lavori che dimostrino sull'uomo una diminuzione di mortalità o
morbilità o durata e gravità della malattia epatica e dell'epatite C in
particolare fra pazienti che assumevano più sostanze antiossidanti di altri,
io personalmente ritengo che questa invece sarà una strada da percorrere e
che darà in futuro moltissime soddisfazioni, io le consiglio di continuare a
consumare il tè verde ed in modo abbondante tutte le sostanze vegetali che
contengono antiossidanti e che le ho elencato precedentemente, perchè questo
penso possa avere un azione molto significativa se non sullo specifico organo
sicuramente a livello generale.
Cordiali saluti