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La terapia per i pazienti con le transaminasi costantemente nella norma

Giungono spesso richieste di chiarimenti inerenti il trattamento terapeutico per i pazienti che hanno livelli di transaminasi costantemente nella norma.

Le testimonianze ed i racconti che ci pervengono fanno intendere che c'è ancora poca chiarezza sull’argomento.

Facciamo un passo indietro.

Prima del 2000, le Conferenza di Consenso (NIH Consensus Conference, 1997; EASL Consensus Conference, 1999) stabilivano che i portatori di transaminasi costantemente nella norma, non dovevano essere trattati, poiché alcuni studi scientifici avevano ipotizzato che la somministrazione di interferone potesse addirittura determinare un peggioramento biochimico e forse istologico della malattia, dal momento che in quasi la metà dei casi si osservava brusco incremento delle transaminasi, non sempre reversibile con la sospensione del trattamento).

Nel 2002 una svolta. Per la prima volta, in una conferenza di Consenso (NIH Consensus Conference Management of Hepatitis C, June 10-12, 2002) viene stabilito che le transaminasi (ALT) non possono essere considerate l'unico elemento utile per decidere se prescrivere un trattamento antivirale e che esistono altri fattori che influiscono sulla decisione quali:

  • il genotipo virale,
  • l'istologia,
  • l'età del paziente,
  • la potenziale progressione della malattia,
  • le possibilità di eradicare il virus,
  • la motivazione personale del paziente,
  • i sintomi, altre infezioni, il rischio di trasmissione dell'infezione (esempio operatori sanitari che stanno a contatto con i pazienti),
  • la qualità della vita,
  • l'impatto negativo nella vita sociale della malattia (stigma).

Naturalmente, alla base di questo ripensamento, esistono:

A) studi scientifici molto estesi che hanno dimostrato un profilo di efficacia e tollerabilità della terapia di combinazione PEG (interferone peghilato) + RBV (Ribavirina) simile a quello osservato nei pazienti con ALT elevate.

B) Una effettiva dimostrazione clinica che in alcuni portatori di transaminasi costantemente nella norma, la malattia epatica può essere attiva ed evolutiva.

Pertanto, l' AISF (Associazione Italiana Studio Fegato) si è adeguata ed ha recentemente stabilito che:

"Appare logico ed opportuno che nel prossimo futuro vengano definiti parametri utili a selezionare anche fra i portatori con ALT normali quelli candidabili alla terapia, piuttosto che escluderli a priori solo sulla base della normalità delle transaminasi.”

(Commissione AISF "Trattamento della Epatite da HCV", 2004)

Dunque, una svolta importante: ll paziente con transaminasi costantemente nella norma, può essere trattato, seppure vada fatta preventivamente una attenta valutazione.

Attualmente Il Peg-Interferone alfa2a in associazione con la ribavirina è l'unica terapia indicata nel trattamento dei pazienti con ALT persistentemente normali.

Per chi desidera approfondire l’argomento, proponiamo un apporofondimento scientifico curato dal Dott. Claudio Puoti, articolo gentilmente concesso dlla rivista ufficiale della SIMG.

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