Qualità della vita nei pazienti con epatite C
«L’epatite cronica da HCV molto spesso è accompagnata da una sintomatologia aspecifica comprendente, con elevata frequenza, uno stato di fatica e malessere persistenti indipendenti dalla severità del danno epatico» spiega la professoressa Carmen Vandelli, del Dipartimento integrato di Medicina e di Specialità Mediche dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. «Molti pazienti con epatite C lamentano anche dolori muscolari, annebbiamento mentale e turbe della memoria che incidono, in vario grado, sulla quotidianità. In letteratura, inoltre, viene riportata la presenza di depressione e ansia con elevata prevalenza non attribuibili al modo di acquisizione dell’infezione o alla gravità del danno epatico. Solo recentemente si sta cominciando ad attribuire una parziale interpretazione fisiopatologica a questi sintomi, ipotizzando che ci sia un meccanismo virale diretto nella patogenesi dei disturbi neuropsichici.
Forton et al (2002), in studi effettuati usando in vivo la risonanza magnetica (HMRS - proton magnetic resonance spectroscopy), tecnica che dà informazioni sul metabolismo del cervello, ha documentato anomalie del metabolismo cerebrale in pazienti HCV- positivi con danno epatico lieve». «Tale riscontro suggerisce che il virus HCV può determinare anomalie cognitive ed alterazione del metabolismo cerebrale con un meccanismo ancora sconosciuto».
CONSAPEVOLEZZA - «Inoltre, essere consapevoli di avere una malattia infettiva può avere serie conseguenze sulla qualità di vita: la scoperta di essere portatori di una malattia potenzialmente trasmissibile e la paura di essere stigmatizzati sia in famiglia sia in società, come avviene, ad esempio, nei soggetti HIV- positivi, sono di per sé fonte di un disagio profondo, soprattutto nei primi anni successivi alla diagnosi, che peraltro avviene spesso in modo accidentale» continua l'esperta».
«I pazienti HCV-positivi si presentano depressi e vivono sentimenti di ostilità se confrontati con soggetti senza epatopatia. Quando si chiede ai pazienti HCV-positivi di compilare i questionari indaganti la qualità di vita emerge chiara la percezione negativa della loro situazione. Molti affermano di sentirsi stanchi, di essere vittime di depressione o scoramento, di temere di contagiare il coniuge o i familiari, di sentirsi osservati e schivati dagli altri, vivendo il problema con paura ed incertezza per il futuro. Tale aspetto è di notevole importanza perché con adeguato trattamento del disagio psichico si può ottenere un impatto favorevole sulla qualità di vita dei pazienti HCV- positivi».
QUALITA' E CONOSCENZA - Lo score ottenuto con il questionario SF 36 evidenziava valore peggiore nei soggetti che erano a conoscenza dell’infezione rispetto ai soggetti HCV-positivi ignari della stessa. «Ciò dimostra» riprende la specialista, «che l’informazione di essere HCV-positivo crea di per sé una condizione che dà origine a sintomi fisici che influenzano la qualità di vita. Se a questo disagio si associano anche una serie di manifestazioni extra-epatiche e la comorbidità psichiatrica sopradescritte, che potrebbero essere conseguenze dirette dell’infezione stessa, è facile ipotizzare un’incrinatura nella qualità di vita del paziente con epatopatia HCV- correlata».
EFFETTO DELLE CURE - «La terapia per l’eradicazione del virus potrebbe dunque avere effetto anche sulla qualità di vita, indipendentemente dal fatto che il danno epatico sia già in corso. In letteratura, infatti, viene riportato un netto miglioramento della qualità di vita dopo eradicazione dell’HCV, pur rimanendo inalterato il danno epatico: oltre all’effetto psicologico positivo di questo successo» conclude la professoressa Vandelli, «alcuni autori ipotizzano che questo sia collegato agli effetti depressogeni che l’HCV ha sul metabolismo cerebrale e quindi sull’umore in genere.
Recentemente inoltre sono state dimostrate importanti anomalie del sonno, alterazioni nell’attenzione e riduzione della qualità di vita nei pazienti HCV-positivi, senza alcuna correlazione con lo stadio della malattia epatica. Gli studi evidenziano come questi sintomi regrediscano dopo terapia efficace, indicando che la presenza del virus gioca un ruolo importante»
20 settembre 2006