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Epatite C, l'alternativa sarda

Cagliari, scoperta molecola che agisce in modo diverso dai farmaci classici. Ne parla Paolo La Colla

di Carla Etzo

La nuova frontiera della ricerca di terapie efficaci per l'Epatite C (HCV) è costituita dagli studi sui farmaci antivirali. Tra i questi c'è l'NM283 (valopicitabine), una molecola scoperta da un'équipe dell'Università di Cagliari, guidata da Paolo La Colla, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche. "La valopicitabine è il primo antivirale selettivo per l'HCV, del quale inibisce la RNA polimerasi, un enzima indispensabile per produrre nuova progenie virale, necessaria a mantenere ed estendere l'infezione", spiega La Colla. Ora ci troviamo in fase avanzata di sperimentazione clinica (IIb), in corso negli Stati Uniti, ed i risultati fanno sperare di poter offrire un'efficace alternativa alla terapia standard basata sull'uso in combinazione di interferone peghilato e ribavirina, farmaci immunomodulanti che, al contrario della valopicitabine, non bloccano la moltiplicazione virale colpendo un suo enzima, ma lo contrastano rafforzando il sistema immunitario".

I riscontri finora ottenuti danno buone speranze soprattutto per i soggetti refrattari alla terapia classica. Infatti la molecola scoperta a Cagliari si è dimostrata efficace in combinazione con interferone peghilato, nella cura dei pazienti affetti da epatite dovuta a HCV genotipo 1, un tipo di virus molto diffuso a livello mondiale, che meno di tutti risponde alla somministrazione di interferone più ribavirina. Continua La Colla: "Il 71 % dei pazienti trattati in un arco di tempo di 24 settimane, ha risposto positivamente (con una riduzione di 100 volte o più dei livelli ematici di HCV), a fronte di un solo 41 per cento di risposte positive da parte dei pazienti sottoposti a interferone + ribavirina. I risultati ottenuti su pazienti mai sottoposti a terapia sono ancora più promettenti; infatti, la riposta positiva riguarda il 93 per cento dei soggetti trattati".

Al momento proseguono gli studi per stabilire la dose di farmaco giornaliera più adatta. La ricerca sarda è nata nell'ambito del Laboratorio Cooperativo Idenix-Università di Cagliari. L'Idenix Pharmaceuticals, una società biofarmaceutica impegnata nello sviluppo e commercializzazione di farmaci per la terapia di infezioni da virus e da altri agenti causa di infezioni nell'uomo, con sede a Cambridge, Massachusetts.

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